International Gramsci Society Newsletter
Number 10 (March, 2000): 42 < prev | tofc | next >  

Lo scrivere di sé di Antonio Gramsci

estratto tesi di laurea di

Luisa Carbone

Il piano di studio che Gramsci annota nel primo Quaderno nel 1929 comprende "sedici argomenti principali", al centro dell'elenco (punto otto), Gramsci colloca un tema particolare: Esperienze di vita in carcere. L'analisi del materiale consultato durante la detenzione fa trasparire un interesse profondo di Gramsci per "lo scrivere di sé" nelle sue varie forme: la "letteratura Spielberghese" e la letteratura di guerra. Gramsci attribuisce alla scrittura autobiografica una grande capacità formativa perché in grado di descrivere "in atto ciò che altrimenti si deduce logicamente". Una funzione che si può attribuire pienamente ai suoi scritti carcerari: le Lettere e i Quaderni riescono a suggerire il processo "in atto" nella vita di Gramsci, permettendo di seguire l'evoluzione della sua personalità attraverso le differenti fasi: dal confino politico, alle prigioni milanesi, al carcere definitivo di Turi, fino agli ultimi scritti di Formia. Ad ognuna di queste fasi corrisponde un cambiamento di stile: da uno scrivere vivacemente giornalistico, ad uno più impersonale, fino ad uno scrivere più intimo di sé. Di particolare interesse inoltre sono le lettere di Gramsci spedite alla madre (caratterizzate da numerose espressioni sarde) e le ultime lettere alla moglie (caratterizzate da un dialogo più intimo). Mentre nei Quaderni, in un paragrafo decisivo, non a caso intitolato "nota autobiografica", Gramsci descrive il meccanismo metamorfico naufrago/cannibale che travolge l'uomo dopo tanti anni di detenzione.

La scrittura delle Lettere e dei Quaderni traduce la "storicità" del pensiero e della realtà gramsciana, concretizzando il progetto für ewig, come "connessione" di tre elementi "filosofia, politica, economia", ovvero degli "elementi costitutivi di una stessa concezione del mondo" basata sulla prassi. Nei Quaderni Gramsci indica come solo ed unico modello per la sua scrittura, quella guicciardiniana dei Ricordi. Cos'è che rende i Ricordi di Guicciardini un possibile modello? Proprio la capacità di condensare gli "avvenimenti autobiografici" e le esperienze "civili e morali", descrivendo "in atto" i processi vitali. Infatti questa forma di scrittura può aiutare ad uscire dal guscio culturale e ad inserirsi nel flusso vitale, attuando il superamento "di un modo di vivere e di pensare non più regionale e da 'villaggio', ma nazionale".

Il tentativo degli scritti di Gramsci è appunto quello di superare una condizione "arretrata" come quella del carcere e riuscire ancora una volta a "partecipare attivamente alla produzione della storia del mondo".

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