International Gramsci Society Newsletter
Number 5 (November, 1995): 39 < prev | toc | next >  

La presentazione della IGS Italia sull'Unità

L'appello di intellettuali e politici italiani per la creazione della IGS Italia è stato presentato in occasione della Festa dell'Unità di Reggio Emilia sabato 2 settembre 1995, nel corso di un dibattito cui hanno partecipato il vicepresidente della IGS Giorgio Baratta, il direttore della rivista Critica marxista Aldo Tortorella, il presidente della Fondazione Istituto Gramsci Renato Zangheri, lo storico inglese studioso della sinistra italiana ed europea Donald Sassoon e il poeta e studioso di letteratura italiana Edoardo Sanguineti.

Lo stesso quotidiano "fondato da Antonio Gramsci", presentando l'appello per la IGS Italia, ha pubblicato una ampia intervista rilasciata a Guido Liguori da Joseph Buttigieg, che ha ricordato le origini della IGS, gli scopi per cui è nata, lo spirito di collaborazione con la Fondazione Gramsci di Roma. Ha aggiunto Buttigieg: la costituzione della IGS Italia «è non solo un fatto importante, ma necessario. Una "sezione" (il termine è improprio, ma usiamolo per comodità) italiana, attiva e ben organizzata, potrebbe contribuire grandemente al lavoro dell'IGS in generale. Gli studi gramsciani richiedono una costante opera di input da parte degli studiosi italiani, perchè Gramsci è un pensatore molto "italiano" - un pensatore profondamente ancorato alla storia e alla realtà materiale dell'Italia del suo tempo - nonostante il suo fascino internazionale e transnazionale. C'è stato un tempo in cui alcuni intellettuali italiani consideravano Gramsci un pensatore "provinciale". Essi non vedevano il fatto che la sua attenzione alla particolarità italiana derivava direttamente dal suo modo di pensare, dal suo metodo d'analisi: molto prima di altri, Gramsci rifiutò le totalizzazioni, insistette sulla specificità, prestò attenzione alle particolarità. Fu attento alle "differenze" molto tempo prima dell'avvento delle teorie poststrutturaliste e decostruzioniste. E' questo è uno dei fattori che rende oggi gli scritti di Gramsci così importanti e illuminanti per i critici della cultura e per gli studiosi della politica di oggi».   ^ return to top ^